Pena più che dimezzata, rispetto alle richieste dell’accusa, per don Giuseppe Ruggolo, il sacerdote che ieri è stato condannato a quattro anni e mezzo, per tentata violenza sessuale e per rapporti intimi con un ragazzo di quindici anni.
Si è chiuso così il processo che ha visto alla sbarra il prete che attualmente vive a Ferrara, per episodi che hanno riguardato la sua permanenza nella parrocchia di San Giovanni Battisti a Enna.
"Prendiamo atto che la pena finale – ha commentato il legale che assiste il religioso, l’avvocato Denis Lovison – è stata più che dimezzata rispetto alla richiesta di dieci anni della Procura. Non solo. Importante che di fatto sia stato riconosciuto un solo tentativo di violenza sessuale e che siano state concesse le attenuanti e che non sia stata concessa alcuna provvisionale, rispetto alla richiesta complessiva di danni delle parti civili, che ammonta a mezzo milione di euro. Il che significa che non è stato dimostrato in questa sede alcun danno subito". I giudici lo hanno condannato anche all’interdizione perpetua dall’insegnamento e a cinque anni dai pubblici uffici.
Al processo che si è concluso ieri siamo arrivati dopo la denuncia dei genitori dell’allora quindicenne, Antonio Messina, che frequentava la parrocchia di San Giovanni Battista ad Enna, dove sarebbero avvenuti alcuni episodi di violenza, quando Rugolo, che oggi ha 42 anni, era un giovane seminarista. Gli abusi, tuttavia, sarebbero continuati anche dopo la sua ordinazione a sacerdote. Messina, che oggi ha 30 anni, prima di denunciare tutto alla polizia, aveva scritto anche una lettera a Papa Francesco.
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